La "Banda Larga" e il Sud
02.09.2020

In questi mesi di pandemia è stato sventolato come una fosse una vittoria lo stendardo dell'apprendimento digitale, ma la realtà ci mostra una verità oggettiva.
L'Italia digitale è divisa in due:
A Nord quasi l'85% (dati Eurostat) delle famiglie ha accesso alla banda larga mentre nel Meridione la situazione è ben diversa.
Inutile negare che con la scarsa connettività durante la pandemia si sono evidenziate le differenze tra gli studenti che avevano a disposizione le risorse per seguire le lezioni e quelli che ne erano privi.
La mancanza della banda larga pregiudica anche la piccola impresa del Sud che non avendo una adeguata connessione non può commerciare on line con il resto del mondo.
Il potenziamento dello smart working potrebbe migliorare la qualità della vita riducendo il traffico e quindi l'inquinamento ambientale.
Il Sud è in forte ritardo per la banda larga, ritardo causato da scelte politiche che hanno privilegiato gli investimenti sia pubblici che privati nella solite zone, ma ora il dopo pandemia può essere un opportunità per rimediare ai vecchi errori e ripartire.
Devono entrare in gioco le istituzioni con una programmazione concreta, definita e mirata per indirizzare le risorse a produrre un impatto reale che stimoli intraprendenza imprenditoriale.
Un ruolo importante hanno le istituzioni territoriali (si ritorna al concetto della sana politica che mette al centro l 'uomo) che si possono attivare a livello istituzionale per incentivare e diffondere la banda a larga attraverso la costruzione di apposte infrastrutture.
Basta usare gli incentivi come sussidi è giunto il momento di attivare i capitali per il Sud.
UFFICIO STAMPA - PARTITO MERIDIONALISTA
Responsabile Stampa: Antonella Cirese